Forum Ufficiale Clan Vettore

Avanti, scrittori incompresi...

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    PandinoPerugino
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    00 25/08/2006 18:47
    Sotto consiglio del nostro ultimo acquisto nel forum (proprio lui, l'uomo tradito!!!) apro questo topic, e vado subito a spiegare il suo significato...
    Grazie a una brillante idea sempre dell'uomo tradito (date a Cesare quello che è di Cesare) abbiamo architettato questo ennesimo modo per ingannare il tempo, che consiste nello scrivere una storia a più mani (avete proprio capito, dovrete partecipare tutti, che vi piaccia o no).
    Le regole son queste, poche ma da rispettare...
    - Ognuno può scrivere un pezzo di storia, che sia collegabile con quello che è stato scritto in precedenza, e che abbia un certo senso logico col resto della storia
    - Per motivi di anti-spam non è consentito a nessuno di scrivere più di una risposta consecutiva, ovvero chi ha scritto un pezzo di storia deve aspettare che qualcuno la continui prima di postare di nuovo
    - Cerchiamo di scrivere soltanto la storia in sè, senza altri commenti o cose del genere, in modo che alla fine si può unire tutto quanto e chissà...magari farne un best seller!!!

    Quindi, bando alle ciance, e date sfogo alla vostra fantasia!!!
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    PandinoPerugino
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    Panda Supremo
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    00 25/08/2006 18:52
    All'ombra della grande quercia il ragazzo usava riposare dalla fatica delle sue giornate sempre piene, sempre uguali, che da qualche tempo non facevano altro che corrodergli l'animo...
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    00Panda - Operazione AntiPuzza
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    Uomo Tradito
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    00 25/08/2006 23:05
    sapeva bene quello che doveva fare. forse l'aveva sempre saputo. forse una parte di sè conosceva da anni quale sarebbe dovuto essere il suo destino. ma la paura... la paura gli impediva di alzarsi e combattere per la propria felicità. eppure quel giorno sapeva di nuovo. l'aria che respirava,la stessa grande quercia... tutto appariva ora sotto un'altra luce. e decise perciò di cambiare per sempre la sua vita. mai più sarebbe rimasto sotto l'ombra del fraterno albero a piangersi addosso. mai più.
    prese in fretta le sue cose e corse verso l'antico villaggio dove abitava. eccola la sua casa. l'avrebbe mai rivista un giorno?
    ma nn c'era tempo ora per quei pensieri. con un impeto mai conosciuto prima, prese coraggio e decise di affrontare la madre.
    "madre" disse
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    "E avete ancora il coraggio di chiamarvi cristiani?!?"
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    PandinoPerugino
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    00 26/08/2006 09:37
    La donna gli rivolgeva la sua schiena, mentre era intenta a preparare un'ennesima cena, sempre la stessa, da anni oramai. Il ragazzo aprì di nuovo la bocca, ma nulla uscì fuori, neanche un sospiro, non ne ebbe il tempo.
    La madre si voltò, il viso teso in un'espressione che non era solito vedere in lei, un'espressione che lo spaventava e al contempo riusciva a infondergli sicurezza...
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    .mangusta.
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    00 26/08/2006 19:54
    "madre..non so se potrai mai capirmi..ma ti prego di ascoltarmi.."
    Nell'udire le parole del ragazzo, la donna si pulì in fretta le mani sul grembiule e si sedette di fronte al figlio, guardandolo negli occhi preoccupata. Allora Garret fece lo stesso, e sedutosi anche lui le prese le mani tremanti.
    "madre..madre mia adorata..sono un uomo ormai, me lo dici sempre anche tu, ogni volta che devo darti una mano con la legna.." la giovane donna soffocò le lacrime in una leggera risata "..e ora voglio che tu ti renda conto che lo sono anche difronte alla vita oramai...
    questo posto non è più mio..lo era da bambino, quando tutto mi sembrava ancora abbastanza grande per viverlo..ma adesso mi si stringe addosso, mi soffoca; è un mondo monotono, sempre uguale..
    e io ho bisogno di cambiare! gli anziani raccontano di cavalieri che cavalcano draghi giganteschi, di principesse bellissime e reami sconfinati, di creature magiche e di maghi potenti..ma tutto questo dov'è? non qui madre, non in questo mondo..il vostro..
    io non voglio chiudere la mia vita in questo villaggio..perchè ho sete di avventura! la fiuto madre!! la sento! so che è dietro di me, da qualche parte! fammi voltare ti prego..fammi voltare ad ammirarla madre.."
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    ALLORA TI CHIAMERO' SEKKOLINO AMOROSO DU DU DA DA DAAAAAA!!!
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    PandinoPerugino
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    00 27/08/2006 01:13
    Era proprio quello, e Garret se ne rese immediatamente conto, ciò che la madre era sicura di sentirsi dire. E in quel momento negli occhi della donna vide tutta la sua vita scorrergli davanti, non seppe mai dire se ciò era frutto della sua immaginazione oppure se in quel momento aveva sul serio visto ciò che la madre stava vivendo.
    Gli occhi della donna erano duri, ma colmi di lacrime, ed era chiaro che nel suo cuore combatteva la gioia e la tristezza.
    Prese un profondo respiro, distogliendo lo sguardo dal figlio, e disse "Per anni ho tentato di proteggerti da ciò che poteva farti del male, cercado di farti crescere forte e al sicuro"
    Fece una pausa. Il ragazzo sentiva il flusso continuo del sangue che accelerava ogni istante sempre di più, quello era il momento che stava aspettando da anni, oramai...
    "Ora sei libero di fare ciò che ritieni più giusto per te, non ti nasconderò il mio dolore, ma non ti fermerò. Il tuo destino non è più legato al mio, e spero soltanto che un giorno potrai tornare da me..." concluse, voltandosi di nuovo verso la cena. Il ragazzo non poteva vederla, ma una grande lacrima stava rigando il viso di sua madre...
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    7Maverick
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    00 27/08/2006 01:24
    ...e fu così che Garret, col cuore in gola, dopo aver consumato l'ultima cena con sua madre, si ritirò in camera sua per passare l'ultima, insonne notte da ragazzo, prima di diventare adulto.
    Già, la sua camera, quel piccolo angolo di mondo dove il giovane regnava sovrano, dove più di una volta aveva cavalcato un piccolo destriero di legno alla ricerca di una principessa schiava di un sortilegio, dove roteava un bastone immaginando di impugnare una spada vera, dove sognava di partire alla volta di quell'immenso mondo che si apriva davanti a lui.
    Guardò fuori dalla finestra.
    Il sole stava spuntando all'orizzonte.

    [Modificato da 7Maverick 27/08/2006 1.26]

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    "Ecco io vedo mio padre, ecco io vedo mia madre e le mie sorelle e i miei fratelli, ecco io vedo tutti i miei parenti defunti dal principio alla fine, ecco ora chiamano me, mi invitano a prendere posto tra di loro nella sala del Valhalla dove l'impavido puo' vivere per sempre"
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    Uomo Tradito
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    00 27/08/2006 16:17
    rimase solo un attimo ad ammirare quello splendore, ma quei pochi secondi apparivano più lunghi e più intensi di tutta la vita che aveva vissuto fino a quel momento...
    ritornato in sè decise che quello era il momento più adatto per partire. prese le proprie cose e si incamminò verso la porta. nn si girò a riguardare per l'ultima volta quella sua amata camera. sarebbe stato troppo doloroso. e con il cuore in gola uscì dalla stanza chiudendo dietro di sè la porta della sua adolescenza.
    garret ora stava per affrontare nuove ed emozionanti avventure. o almeno era questo quello che lui sperava... ma prima c'era un'altra azione che avrebbe dovuto compiere.
    sempre in silenzio uscì di casa, colse il fiore più bello che riusciva a vedere nelle vicinanze e rientrò. si diresse in camera della madre e rimase a guardarla dormire per qualche istante. poi, con gli occhi colmi di lacrime , si avvicinò al suo letto, poggiò delicatamente il fiore sul comodino e si chinò lentamente per dare un ultimo bacio sulla fronte della donna. quel bacio avrebbe avuto un significato tutto particolare, indescrivibile, perfetto.
    era lì, quasi nulla ormai lo divideva dalla madre, che ecco che si sentì stringere il braccio. la donna, contemporaneamente, aprì gli occhi, quasi impazzita.
    " Ti ho mentito, garret..."
    il ragazzo nn rispose. riusciva solamente a guardare l'espressione di quegl'occhi sicuro che nn l'avrebbe mai dimenticata.
    "t ho mentito, garret...." ripeteva la donna " t ho mentito su tuo padre.... lui non è morto... t ho mentito..."
    tuo padre.... innumerevoli ricordi affollavano ora la mente di Garret.
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    "E avete ancora il coraggio di chiamarvi cristiani?!?"
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    PandinoPerugino
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    00 27/08/2006 19:42
    "cosa..." ebbe solo la forza di pronunciare questa unica parola, prima di rendersi conto di cosa significasse per lui quella notizia. Tutto quello che aveva creduto fino a quel momento, tutto quello che aveva vissuto...
    "No, tu menti" disse, strappando il suo braccio alla presa della madre con un colpo secco "...tu vuoi soltanto farmi rimanere, non...non..."
    "E' così" disse la donna, in lacrime. Si era appena sollevata, la schiena poggiata delicatamente sullo schienale del letto, come usava sempre mettersi quando Garret aveva un incubo e correva da lei per raccontarlo "Lui...lui non è morto, lui...non so dove sia, so soltanto che qualche anno dopo che sei nato lo hanno..."
    Il viso di Garret era teso, l'espressione dura che manifestava chiaramente i sentimenti che in quel momento provava nei confronti della madre. Perse la calma.
    "COSA?!?" urlò il ragazzo, afferrando a sua volta il braccio della madre in una stretta disperata, con il cuore che gli martellava nel petto e le lacrime che gli bagnavano il viso...
    "Lo hanno preso Garret...lo hanno..." la madre non riusciva più a parlare
    "PERCHE'?!? PERCHE' NON ME LO HAI DETTO?!? RISPONDI!!!"
    "Lui...io...IO NON LO SO!" rispose la madre, perdendo il controllo di tutti i suoi freni nei confronti del figlio. Le lacrime uscivano copiose sul suo viso, e i singhiozzi riempivano la stanza. Ma nonostante questo lei continuava a parlare "Tutto...tutto per quel libro..."

    [Modificato da PandinoPerugino 27/08/2006 19.45]

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    falchina
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    00 29/08/2006 15:22
    "libro...?!" il ragazzo non capiva... "di cosa parli?"
    "io... non lo so esattamente, figlio mio!, ma ti prego, non partire! tuo padre era impazzito per quell'oggetto! e sento che se te ne vai, potrà trovarti, e Dio solo sa cosa potrà succedere allora!"
    "quello che dici, non ha senso!cosa mai potrebbe succedermi?"
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    se sotto il cielo c'è qualcosa di speciale, passerà di qui prima o poi
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    PandinoPerugino
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    00 29/08/2006 16:43
    La madre scosse violentemente la testa. Era chiaro che non poteva capire, non dopo tutto quel tempo, non in quella situazione. Sistemata con la schiena poggiata alla spalliera del letto allungò la sua mano sul capo del figlio, che ora sudava freddo. Il suo gesto parve tranquillizzare Garret, che riuscì a riprendere fiato e a riordinare le sue idee.
    "Figlio mio, non so cosa ti potrà capitare, so soltanto che tuo padre mi è stato strappato via a causa di quel manoscritto, e non voglio che accada la stessa cosa con te..." la donna istintivamente potrò il volto del figlio tra le sue braccia, come faceva sempre nei momenti di sconforto "...so che non dovrei, ma...ora vai, altrimenti me ne pentirò"
    Il ragazzo si staccò con violenza dalla presa materna "Cosa?!?"
    "Si, Garret, tu hai il diritto di andare; sapevo che questo momento sarebbe arrivato...ma era giusto che tu sapessi, che tu conoscessi..." la donna fece un profondo respiro per trovare la forza di continuare
    "Tu sei un ragazzo forte, ce la farai...ma è giusto che tu sappia di non essere al sicuro fuori da queste mura..."
    "Ma mio padre...quel libro..."
    "Tutto quello che sapevo io te l'ho detto, solo una cosa ti chiedo...non cercarlo...so che sarà dura, ma non cercarlo..."
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    Uomo Tradito
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    00 29/08/2006 17:22
    era ormai tarda mattinata quando garret prese la via verso una vita da adulto. salutò la madre ( sperando in cuor suo che stavolta quel bacio non nascondesse altre sorprese...) e partì. e per tutta la durata del cammino, o per quanto almeno riusciva ad intravederlo prima che l'orizzonte lo inghiottisse, la vecchia madre aspettò in piedi sulla porta di casa guardando il suo bambino, la sua unica ragione di vita, andarsene. sapeva bene di avergli raccomandato, di essersi fatta giurare dal figlio, di non andare a cercare suo padre ed il manoscritto, ma dopo anni ed anni a crescere garret da sola conosceva come era fatto. vietagli un qualcosa e stai sicura che impegnerà tutte le sue energia per compierla... come tutti i ragazzi dopotutto... e nel cuore della donna un pensiero felice prese il sopravvento sulla tristezza e sull'angoscia. riavere finalmente la famiglia riunita! una famiglia normale. vivere come una famiglia normale! e se c'era qualcuno in grado di realizzare tutto ciò, questo era proprio garret. dopotutto... lui aveva quel dono! avrebbe scoperto di possederne uno? lei ne era sicura... il suo garret... così intelligenete l'avrebbe scoperto senz'altro... si, era fiera di suo figlio... non come una normale madre possa essere fiera di un normale figlio. lui non era normale. lui era speciale. lui aveva un dono speciale. lui era capace di grandi cose. lui... avrebbe riunito la sua famiglia! e di questo lei ne era certa!
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    .mangusta.
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    00 29/08/2006 19:21
    ormai il clelo iniziava a colorarsi lentamenente di rosso; il ragazzo aveva passato tutto il giorno in cammino e sentiva il suo stomaco reclamare; tuttavia sapeva che prima o poi seguendo la strada principale avrebbe trovato dove rifocillarsi e magari anche riposare.
    Infatti, nelle prime ore di buio serale, Garret raggiunse una piccola locanda: "La libellula d'argento"; dall'esterno sembrava molto accogliente (o forse era la stanchezza che lo faceva credere..) così il giovane entrò.
    La stanza che gli si aprì dinanzi era spazziosa e riscaldata da un camino dove scoppiettava vivace un piccolo fuoco.
    Infondo si trovava un largo bancone dove un oste piuttosto alto e in carne lucidava alcuni calici.
    Non vi si trovava molta gente, solo tre o quattro tavoli erano occupati. Garret, infreddolito dal vento autunnale, scelse il tavolo più vicino al caminetto che fortunatamente era vuoto e ci si sedette. Ora si che andava meglio.
    Guardò la fiamma sinuosa, la brace che ardeva e li annegò i suoi pensieri...
    vide sua madre..magari ancora lo stava aspettando alla porta, sarebbe bastato un giorno per riabbracciarla di nuovo se solo avesse cambiato idea..
    ma poi vide suo padre..
    così si tastò la tasca interna del mantello e tirò fuori un foglio; gliel'aveva consegnato sua madre prima di dargli il bacio dell'addio; lo aprì..
    era una vecchia pagina strappata del manoscritto di cui la donna le aveva parlato, quell'ogetto che aveva allontanato suo padre..
    il ragazzo non comprendeva nulla di ciò che era scritto poichè il foglio era ricoperto da antiche rune: ma se lo si girava sull'altra facciata era disegnata una grande vetrata dove sembrava si vedesse un cavaliere, una dama e un demonio con entrambi ai piedi altre rune..
    chissà cosa significava tutto quello..
    chissà..
    "ehi ragazzino! non è ora di andare a dormire per te?! ah ah ah!!" rise l'oste, vedendo saltare dallo spavento il ragazzo che non si era assolutamente accorto dell'omaccione "allora..se sei qui significherà che sei affamato! cosa ti porto?"
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    PandinoPerugino
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    Panda Supremo
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    00 29/08/2006 20:22
    "Io..." la voce di Garret era flebile, e con un grosso colpo di tosse si diede un nuovo contegno "Vorrei qualcosa di commestibile, del pollo, maiale, quello che hai...e...una birra!" disse, cercando di farsi vedere più grande di quello che poteva dimostrare. L'oste lo guardò con un sorriso ironico stampato sulla faccia, fece un piccolo inchino (anch'esso decisamente ironico) e si allontanò
    Garret era stanco, e non voleva neanche replicare a quei gesti. Ripegò la pagina strappata e la ripose in tasca. Ora aveva una pista, doveva soltanto scoprire che tipo di libro era, e chi poteva essere interessato ad esso...il problema era: di chi si poteva fidare?
    L'oste arrivò una ventina di minuti dopo, con la sua cena, un piatto di zuppa, pane e la sua birra. Garret divorò tutto quanto in molto meno tempo di quanto avesse mai potuto immaginare, e quando il suo stomaco si fu tranquillizzato, il ragazzo fece un cenno all'oste, che si avvicinò riluttante...
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    7Maverick
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    00 31/08/2006 11:05
    "eccomi ragazzo, ma sbrigati che c'è molto da fare in cucina".
    "si, si, devo solo farle una domanda. sto cercando una persona, ma non so da dove cominciare. Mi può dire che direzione devo prendere per arrivare alla città più vicina?".
    l'oste si fece pensieroso. "uhm...c'è Scarletville a qualche miglio da qui.devi sempre continuare su questa strada e ricordarti di girare a destra al primo bivio.poi a sinistra al secondo.poi ancora a destra al terzo.poi continua sempre dritto.così si arriva a Scarletville.Vai alla fiera del libro?"lo incalzò l'oste.
    Fiera del libro!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?
    sarebbe un ottimo punto di partenza per le mie ricerche!!!!!
    "Mi parli di questa fiera...la prego..."


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    PandinoPerugino
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    Panda Supremo
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    00 01/09/2006 19:13
    L'oste guardò Garret con un'espressione realmente incuriosita
    "La fiera del libro? Non sai cos'è la fiera del libro?!? Ma ragazzo, dove hai vissuto fino ad ora???" fece una rausa risata e poi riprese "La fiera del libro è una delle più importanti fiere della contea di Bargal, e spero che almeno tu sappia qual'è il nome della contea in cui ti trovi" concluse, facendo un'altra grossa risata
    "Certo che lo so..." disse il ragazzo, irritato dall'atteggiamento dell'oste "...allora, cos'altro puoi dirmi sulla fiera del libro?"
    "Milioni di persone arrivano a Scarletville per poter partecipare alla fiera del libro. Qui si radunano tutti i più grandi scrittori e i più grandi esperti di letteratura, sacra e oscura, e qui vengono venduti, barattati, distribuiti milioni di libri, dai più importanti alle nuove uscite, da quelli di autori famosi a quelli di scrittori della tua età..." disse, grattandosi il mento a riprese
    *I più grandi esperti, eh?* pensò il ragazzo, mentre l'oste lo guardava fisso "Altre domande?" disse, cominciando a muoversi freneticamente "Il mio tempo a disposizione sta finendo, ci sono altri clienti qui..."
    "Si, si...potrebbe ripetermi la strada per Scarletville?"

    Il ragazzo stese le gambe sotto il tavolo, scivolando fino a far toccare la schiena sulla base della sedia. In quel momento la sua testa era piena di informazioni, forse a quella fiera avrebbe trovato informazioni su quel libro, o, ancora meglio, avrebbe potuto trovare il rapitore o i rapitori di suo padre che cercavano di vendere quel libro senza una pagina...
    Si raddrizzò sulla sedia, cercando di fare ordine nei suoi pensieri, mentre tirava fuori le 4 monete d'oro che l'oste gli aveva chiesto per quella cena...avrebbe dovuto inventarsi qualcosa, era partito con 20 monete d'oro, tutti i suoi risparmi...avrebbe fatto meglio a trovare un modo per guadagnare qualche soldo...
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    Uomo Tradito
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    00 03/09/2006 16:41
    quando uscì dalla "libellula d'argento" le tenebre avevano già preso il sopravvento e una miriade di nuovole copriva la luna rendendo l'atmosfera surreale. sarà forse stata la stanchezza, o le troppe emozioni provate in un solo giorno o probabilmente la birra che aveva gustato a cena, ma garret, cercando di seguire le indicazioni dell'oste si perse.
    ah... quanto avrebbe voluto essere a casa sua in quel momento! erano ormai ore che camminava senza una meta e la delusione stava prendendo il sopravvento. si era perso, era ovvio.ma non lo avrebbe mai ammesso a sè stesso. e mentre vagava per quelle campagne buie, molti ricordi gli tornavano in mente... si vedeva piccolo, mentre al calar del sole correva verso le braccia della madre... o ormai grande quando ebbe il permesso di andare in paese da solo per le commissioni,,,e poi ricordava il suo letto caldo, la sua amata stanza, i suoi giochi, i dolci di sua madre... già... quei buonissimi dolci... gli mancavano talmente tanto che gli sembrava di sentirne già l'odore. che sciocchezza, no?
    ma continuando a camminare, il profumo si fec più insistente. garret, preso dall'idea di avre finalmente trovato un'oasi di civiltà in quelle campagne buie e morte iniziò a correre fino a trovarsi davanti ad una fattoria.
    era tardi, certo e non avrebbe mai dovuto bussare alla porta. si sa, i cavalieri sono prima di tutto dei gentiluomini... ma visto che la luce era accesa e che in quel momento tutto sembrava tranne che un cavaliere... perchè mai non fare un'eccezione alla regola? prese dentro di sè un altro pò di quel coraggio utilizzato tanto in quella giornata e bussò.
    pochi secondi dopo qualcuno dall'altra parte stava per aprire al porta. lo fece una ragazzina.
    "ciao, bello straniero! io e la mia famiglia possiamo esserti utili in qualche modo?"
    garret rimase immobile a fissare l'uscio della porta. non riusciva a parlare, a muoversi, a spiegarsi...
    colei che aveva aperto la porta era bellissima! era la sua dama, la sua principessa, la sua...
    "ehi dico a te!" lo interruppe lei. " hai bisogno di qualcosa? perchè hai bussato ?"
    " ehmm...no... cioè si... cioè...avreste un posto per farmi dormire qui questa notte? per favore..."
    la ragazza rimase a pensare un attimo. ma poi sorrise " ma certo! e poi mia nonna me lo ripete in continuazione: << non importa chi bussa alla tua porta chiedendo ospitalità, sia egli un povero ocntadino o un ricco mercante dell'est. il tuo dovere è offrirgli un'accoglienza migliore possibile!>>... quindi... sei il benvenuto ricco mercante dell'est!" ridendo di gusto...
    garret parve risentirsi dell'umorismo della giovane, ma vederla ridere era una soddisfazione enormemente maggiore.
    " ora che ci ripenso, disse, non ci siamo ancora presentati. io sono Garret".
    " piacere di conoscerti, straniero..."
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    malizzi
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    00 06/09/2006 15:19
    La ragazza lo invitò ad entrare. La casa aveva un'aria antica, terribilmente antica. L'intonaco all'esterno nascondeva le pietre squadrate alla perfezione e decorate con motivi floreali: un tralcio di vite che si riavvolgeva su sè stesso. Seduta su una poltrona che pareva più un trono, una vecchia dall'aspetto grinzoso era intenta a leggere attentamente qualcosa. Sentendo avvicinarsi Garret, alzò gli occhi: lo sguardo era quello duro e inflessibile di chi è abituato a dare ordini. La vecchia lo osservò un momento, poi tornò alla sua lettura. La ragazza lo accompagnò in una camera per gli ospiti. Appena sotto le coltri, Garret cadde in un sonno profondo.
    Si svegliò sentendo odore di fumo. La ragazza entrò nella sua stanza spalancando la porta: -Fuori di qua! Svelto!-. Garret si alzò in piedi, ancora assonnato, e mosse con poca convinzione la mano verso i suoi bagagli. -Muoviti, ho detto! La casa sta bruciando, e la nonna ci sta dando il tempo di scappare!-
    Uscirono di corsa e fuggirono dalla casa. La nonna era in piedi fuori e fronteggiava un uomo anziano quanto lei, almeno a guardare il colore argenteo dei capelli. Entrambi brandivano una spada, ma non era con essa che combattevano: tutt'attorno, lampi di luce ed esplosioni scuotevano il villaggio in fiamme.
    L'unica cosa che Garret riuscì a fare fu di innorridire di fronte all'orribile spettacolo, poi si fece coraggio e chiese alla ragazza:
    -Cosa..?-
    -Non c'è tempo ora, la realtà è solo apparenza-rispose come citando un testo sacro-Vado alla Fiera del Libro, e tu verrai con me. A proposito, straniero, non mi sono ancora presentata. Il mio nome è ...

    [Modificato da malizzi 06/09/2006 15.20]


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    .mangusta.
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    00 07/09/2006 19:43
    NdL:mi sono rotta ti dare nomi!!! inventiva gente!

    -..Nadial..
    disse la ragazza continuando a trascinare Garret lontano dalle case in fiamme.
    Mentre correva gli occhi del ragazzo continuavano ripetutamente a cadere sulla sua mano, stretta da quella candida della ragazza. Gli sembrava quasi di sentire il suo profumo farsi spazio tra l'odore pungente del fumo...

    Quando si resero conto di essere arrivati sufficentemente lontani, il sole ormai aveva fatto capolino fra i monti.
    Nadial allora si appoggiò stanca al tronco di un albero e piano piano scivolò fino ad arrivare a sedersi a terra.
    Rimase in silenzio per un attimo, poi scoppiò improvvisamente a piangere portando le ginocchia al viso per nascondersi.
    Il ragazzo fu preso alquanto alla sprovvista; stette li davanti a lei, in piedi,ammutolito, a guardarsi da una parte all'altra senza sapere come comportarsi.
    Poi si decise e si avvicinò impacciato alla ragazza senza accorgersi di stare arrossendo.
    "dai che si sistemerà tutto..anche se non so bene cosa sia successo"
    setendo le parole di Garret, la ragazza alzò gli occhi per toccare i suoi..solo in quel momento il giovane si accorse di non aver mai visto degli occhi tanto belli..
    "scusami Garret, meriti che io ti dia una spiegazione.."
    si asciugò le lacrime e prese a parlare..

    [Modificato da .mangusta. 07/09/2006 19.45]

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    ALLORA TI CHIAMERO' SEKKOLINO AMOROSO DU DU DA DA DAAAAAA!!!
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    malizzi
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    00 07/09/2006 21:06
    -Posso dirti solo quello che so, che non è molto. Da circa 15 anni il mondo è in subbuglio: i ricchi mercanti dell'Est oramai non arrivano più, del Nord non abbiamo più notizie da anni.
    Da ciò che posso capire, la causa di tutto è un libro. Buffo, no? Come può un libro scatenare tutto questo?-
    Garret le lanciò uno sguardo non troppo intelligente, non sapeva neanche leggere, lui. -Mia nonna- proseguì -era alla ricerca del libro, lei apparteneva a una casata nobile e molto antica, sai, ma ricerche di questo tipo attirano nemici.-
    Garret continuava a guardarsi intorno, come istupidito da rivelazioni del genere. -Ma ora dove andremo?- chiese.
    -Prima di darci il tempo di scappare, mia nonna mi ha ordinato di portare una missiva sigillata a un certo Anaris-sà-Mahistrevis, credo sia un nobile del Sud. Si trova alla Fiera del Libro. Sarà lui ad occuparsi di me..e di te, se vorrai.-
    Dormirono all'addiaccio, quella notte. Garret non aveva osato chiedere spiegazioni su spade, esplosioni e tutto il resto, ma sicuramente il Libro era legato in qualche modo a suo padre.
    L'alba tingeva la foschia sulle colline di una debole sfumatura rosata, e cominciava ormai ad esserci abbastanza luce per incamminarsi. Il ragazzo svegliò dolcemente Nadial, ed assieme, col poco bagaglio che avevano, si avviarono verso Scarletville.
    Erano tre giorni di cammino a piedi...

    [Modificato da malizzi 07/09/2006 21.13]

    [Modificato da malizzi 07/09/2006 21.14]


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