quando uscì dalla "libellula d'argento" le tenebre avevano già preso il sopravvento e una miriade di nuovole copriva la luna rendendo l'atmosfera surreale. sarà forse stata la stanchezza, o le troppe emozioni provate in un solo giorno o probabilmente la birra che aveva gustato a cena, ma garret, cercando di seguire le indicazioni dell'oste si perse.
ah... quanto avrebbe voluto essere a casa sua in quel momento! erano ormai ore che camminava senza una meta e la delusione stava prendendo il sopravvento. si era perso, era ovvio.ma non lo avrebbe mai ammesso a sè stesso. e mentre vagava per quelle campagne buie, molti ricordi gli tornavano in mente... si vedeva piccolo, mentre al calar del sole correva verso le braccia della madre... o ormai grande quando ebbe il permesso di andare in paese da solo per le commissioni,,,e poi ricordava il suo letto caldo, la sua amata stanza, i suoi giochi, i dolci di sua madre... già... quei buonissimi dolci... gli mancavano talmente tanto che gli sembrava di sentirne già l'odore. che sciocchezza, no?
ma continuando a camminare, il profumo si fec più insistente. garret, preso dall'idea di avre finalmente trovato un'oasi di civiltà in quelle campagne buie e morte iniziò a correre fino a trovarsi davanti ad una fattoria.
era tardi, certo e non avrebbe mai dovuto bussare alla porta. si sa, i cavalieri sono prima di tutto dei gentiluomini... ma visto che la luce era accesa e che in quel momento tutto sembrava tranne che un cavaliere... perchè mai non fare un'eccezione alla regola? prese dentro di sè un altro pò di quel coraggio utilizzato tanto in quella giornata e bussò.
pochi secondi dopo qualcuno dall'altra parte stava per aprire al porta. lo fece una ragazzina.
"ciao, bello straniero! io e la mia famiglia possiamo esserti utili in qualche modo?"
garret rimase immobile a fissare l'uscio della porta. non riusciva a parlare, a muoversi, a spiegarsi...
colei che aveva aperto la porta era bellissima! era la sua dama, la sua principessa, la sua...
"ehi dico a te!" lo interruppe lei. " hai bisogno di qualcosa? perchè hai bussato ?"
" ehmm...no... cioè si... cioè...avreste un posto per farmi dormire qui questa notte? per favore..."
la ragazza rimase a pensare un attimo. ma poi sorrise " ma certo! e poi mia nonna me lo ripete in continuazione: << non importa chi bussa alla tua porta chiedendo ospitalità, sia egli un povero ocntadino o un ricco mercante dell'est. il tuo dovere è offrirgli un'accoglienza migliore possibile!>>... quindi... sei il benvenuto ricco mercante dell'est!" ridendo di gusto...
garret parve risentirsi dell'umorismo della giovane, ma vederla ridere era una soddisfazione enormemente maggiore.
" ora che ci ripenso, disse, non ci siamo ancora presentati. io sono Garret".
" piacere di conoscerti, straniero..."
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"E avete ancora il coraggio di chiamarvi cristiani?!?"